Dottor Lorenzo Corsi - Biologo Nutrizionista
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CF: CRSLNZ62H07B832N - PI: 00617750450
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Lavoro per migliorare la tua salute psicofisica
Test di intolleranza alimentare
Le
metodiche
elencati,
«
sottoposte
a
valutazione
clinica
attraverso
studi
controllati,
si
sono
dimostrate
prive
di
credibilità
scientifica
e
validità
clinica.
Pertanto non
sono
assolutamente
da
prescrivere
».
Non
sono
di
aiuto
al
medico
nel formulare una diagnosi e ovviamente non servono ad un professionista della nutrizione.
Metodiche non validate
•
Provocazione neutralizzazione intradermica e sublinguale
•
kinesiologia applicata
•
Test elettrodermici (EAV, Vega test, Sarm test, Biostrenght test e varianti)
•
Biorisonanza
•
Iridologia
•
Analisi del Capello
•
Pulse Test
•
Strenght Test
•
Riflesso cardio Auricolare
•
Test Citotossico o di Bryan
•
Dosaggio delle IgG4
Tratto dal documento condiviso da
FNOMCeO
,
SIAAIC
,
AAITO
e
SIAIP
.
Torna in alto
Il peso corporeo
Il
peso
corporeo
è
un
riflesso
del
nostro
stato
interiore
e
può
essere
considerato
come
una
misura
del
modo
che
abbiamo
di
relazionarci
con
il
nostro
ambiente,
non
solo
fisico
ma
anche
con
quello
prodotto
dai
nostri
rapporti
interpersonali, dall’insieme dei nostri pensieri, sentimenti, comportamenti, valori e obiettivi.
Tutto questo condiziona profondamente la nostra alimentazione e la nostra propensione a fare attività fisica.
Per
modificare
in
modo
permanente
il
peso
corporeo
(fermo
restando
i
limiti
costituzionali)
non
è
sufficiente
cambiare
solo
o
in
piccola
parte
qualche
abitudine
quotidiana,
è
necessario
dare
un
significato
diverso
alla
realtà
e
vivere in altro modo le esperienze quotidiane.
Torna in alto
Anoressia atletica
Negli
ultimi
anni
è
stato
osservato
che
un
numero
crescente
di
donne
atleticamente
attive
mostravano
segni
riconducibili
ad
un
disturbo
della
condotta
alimentare
e
ciò
ha
indotto
a
ritenere
che,
in
alcuni
casi,
la
pratica
sportiva può essere una possibile concausa di un DCA.
In
molte
attività
(salto
con
gli
sci,
ciclismo
su
strada,
arrampicata,
ginnastica
acrobatica
femminile,
ginnastica
ritmica
e
corsa
nella
lunga
distanza)
le
prestazioni
fisiche
sono
determinate
non
solo
dalle
abilità
degli
atleti
ma
anche da un basso peso corporeo.
Così
gli
atleti
limitano
le
calorie
e/o
si
sovra
esercitano
per
ottenere
o
mantenere
una
bassa
massa
corporea
e
di
grasso
trascurando
il
fatto
che
diversi
disturbi
metabolici
ed
endocrini
sono
il
risultato
di
una
restrizione
prolungata di energia.
Negli
anni
90
è
stato
introdotto
Il
concetto
di
anoressia
atletica,
distinto
da
quello
di
anoressia
nervosa
soprattutto
per
quanto
concerne
le
motivazioni
che
inducono
alla
riduzione
dell’apporto
energetico.
In
ambito
sportivo
uno
sbilanciato
apporto
calorico
si
manifesta
maggiormente
nelle
attività
in
cui
la
prestazione
ginnica
dipende
dalla
ridotta quantità di tessuto adiposo oppure dove l’aspetto fisico può condizionare l’esito finale.
In
ogni
caso,
le
conseguenze
di
una
alimentazione
inadeguata
rispetto
ai
bisogni
sono
inevitabili
e
pericolose
per
la
salute psicofisica.
Un
importante
ruolo
per
la
prevenzione
dei
Disturbi
del
Comportamento
Alimentare
in
ambito
sportivo,
può essere esercitato dall’allenatore.
La
sua
posizione,
particolarmente
privilegiata,
lo
pone
nella
condizione
di
poter
cogliere
alcuni
segni
premonitori
da
far
sospettare
la
predisposizione
o
la
comparsa
di
un
DCA,
soprattutto
nelle
giovani
atlete
in
cui
normali
pattern
di
crescita
che
prevedono
la
deposizione
del
grasso
in
certi
distretti
corporei,
vengono
vissuti
dalle
ragazze
come un ostacolo alla prestazione sportiva.
A
volte,
può
anche
succedere
che,
per
motivi
tecnici,
un
coach
poco
attento,
spinga
soggetti
predisposti
o
vulnerabili
e
che
cercano
nella
pratica
sportiva
un
ambiente
che
“sostenga”
un
loro
disturbo
preesistente,
a
ridurre
eccessivamente
il
peso,
rischiando
così
di
innescare
dinamiche
complesse
che
possono
condurre
a
un
disturbo
della condotta alimentare.
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Digiuno intermittente (anche su Serenis)
Gli
adattamenti
metabolici
osservati
durante
il
digiuno,
potrebbero
avere
delle
ripercussioni
positive
sullo
stato
di
salute
e
per
queste
ragioni
sono
stati
proposti
diversi
modelli
di
digiuno
intermittente
(DI)
con
la
promessa
di
migliorare la salute generale.
Spesso,
in
seguito
alla
adozione
di
certi
schemi
alimentari,
è
stato
osservato
anche
un
calo
del
peso
suggerendone
l’utilizzo
come
pratica
dimagrante.
Una
recente
metanalisi
ha
però
mostrato
che
i
regimi
a
DI
producono
un
calo
ponderale simile alla normale restrizione calorica.
Poiché
il
DI
non
è
sicuro
per
tutti,
non
dovrebbe
essere
proposto
come
sana
pratica
alimentare
finalizzata
alla
perdita
di
peso.
Un
modello
alimentare
che
impone
di
rimanere
a
lungo
senza
cibo,
aumentando
il
rischio
di
far
perdere il controllo e abbuffarsi, può contribuire alla genesi di un DCA in soggetti vulnerabili.
Sono dell’idea che un professionista sanitario, prima di suggerire il DI
dovrebbe valutare con estrema attenzione la storia alimentare del/la candidato/a.
Torna in alto
Alimentazione e qualità del sonno
(anche su
Serenis
)
Molti
processi
sono
coinvolti
nella
regolazione
del
sonno
e
negli
ultimi
anni
molte
attenzioni
sono
state
rivolte
a
comprendere come specifici fattori dietetici ne influenzino la qualità.
Per
esempio,
attraverso
manipolazioni
dietetiche
è
stato
possibile
evidenziare
il
possibile
ruolo
che
ha
il
triptofano,
un
aminoacido
essenziale.
Altri
nutrienti
(Zinco,
vitamine
del
gruppo
B,
polifenoli,
acidi
grassi
e
altre
sostanze) sono stati studiati e messi in relazione con il sonno.
Tuttavia,
pensare
che
l’’assunzione
di
un
singolo
fattore
nutritivo
possa
essere
il
solo
elemento
determinante,
appare
riduttivo
e
semplicistico.
Per
esempio,
la
capacità
del
triptofano
di
attraversare
la
barriera
ematoencefalica,
è
influenzata
dalla
presenza
di
altri
aminoacidi
(LNAA)
e
secondo
alcuni
autori,
i
pasti
ricchi
di
carboidrati
potrebbero,
con
il
coinvolgimento
dell’insulina,
aumentare
il
rapporto
triptofano/LNAA
e
condizionare
il metabolismo encefalico del precursore della serotonina.
Sicuramente
tra
alimentazione
e
qualità
del
sonno
esiste
una
relazione
bidirezionale,
il
tipo
di
alimentazione
condiziona
il riposo notturno che a sua volta ha effetti sul comportamento alimentare e di conseguenza sul peso.
La
sindrome
delle
apnee
ostruttive
durante
il
sonno
(OSA)
è
prevalente
nei
soggetti
obesi,
ha
effetti
negativi
sulla
qualità
del
riposo
ed
è
associata
a
un
aumentato
rischio
cardiovascolare.
D’altra
parte,
un
sonno
disturbato
per
ragioni riconducibili allo stile di vita sembra avere effetti negativi sull’alimentazione, sul peso e sullo stato di salute.
Ci
sono
studi
che
mostrano
una
correlazione
tra
ridotta
durata
del
sonno
e
ipertensione,
obesità,
diabete,
dislipidemia
e
sindrome
metabolica.
Da
non
trascurate
poi
il
ruolo
negativo
esercitato
dal
continuo
ricorso
a
diete
restrittive per il controllo ossessivo del peso.
In
tutti
questi
casi,
garantire
uno
stato
di
nutrizione
ottimale
e
un
peso
adeguato,
attraverso
una
sana
alimentazione,
ben
bilanciata
e
distribuita
correttamente
nell’arco
della
giornata,
rappresenta
la
migliore
strategia
preventiva.
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Relazione tra cibo e stress (anche su Serenis)
Il
fisiologo
Hans
Selye,
nel
1936,
definì
lo
stress
come
una
“risposta
non
specifica
dell’organismo
a
ogni
richiesta
effettuata
a
esso”.
I
sui
studi
hanno
portato
a
capire
come
il
nostro
organismo
risponde
a
situazioni
percepite
come nocive.
Oggi
sappiamo
che
in
determinate
condizioni
mettiamo
in
atto
dei
cambiamenti
che
coinvolgono
gli
ormoni
e
il
sistema
nervoso
e
che
si
possono
manifestare
con
alterazioni
della
respirazione,
della
pressione
arteriosa,
del
battito cardiaco e della funzionalità intestinale.
Tra
alimentazione
e
stress
esiste
una
relazione
reciproca.
Lo
stress
è
un
importante
regolatore
del
comportamento
alimentare
ed
eventi
percepiti
e
valutati
come
nocivi
possono
condurre
a
mangiare
in
eccesso
o
inibire
l’assunzione
del
cibo.
A
volte,
lo
stress
e
il
disagio
psicologico
possono
essere
alleviati
mangiando,
sottraendo così al cibo la sua primaria funzione biologica.
È
vero
anche
il
contrario,
le
modalità
alimentari
e
la
quantità
di
cibo
assunta
possono
essere
fonte
di
stress
per
l’organismo.
Per
esempio,
gli
effetti
della
restrizione
alimentare
protratta,
sono
stati
magistralmente
descritti
da
Ancel Keys nel 1944-45.
Egli
sottopose
alcuni
obiettori
di
coscienza
a
un
esperimento
finalizzato
a
conoscere
gli
effetti
del
semi-digiuno
sull’organismo umano, osservando tra i partecipanti drammatici cambiamenti fisici, psicologici e comportamentali.
Con
l’avanzare
del
semi-digiuno,
i
giovani
uomini,
nonostante
prima
dello
studio
fossero
tolleranti
allo
stress,
diventarono sempre più irritabili, ansiosi, poco tolleranti al rumore, mostrando frequenti esplosioni di rabbia.
È
utile
far
notare
che
i
cambiamenti
psicologico
e
cognitivi
evidenziati
sono
gli
stessi
che
si
possono
osservare
nelle
giovani
donne
che
soffrono
di
anoressia
nervosa.
Ciò
ha
portare
gli
studiosi
che
si
occupano
di
DCA
a
capire
che
molti
sintomi
che
si
credeva
fossero
un
tratto
caratteristico
dell'anoressia
sono
in
realtà
secondari
alla
restrizione calorica e al sottopeso.
Per
concludere,
si
può
evincere
che
il
benessere
fisico
e
psicologico
sono
intimamente
connessi.
Un’alimentazione
ben
bilanciata,
necessaria
per
garantire
il
ricambio
materiale
e
mantenere
l’integrità
biologica
e
funzionale
non
può prescindere da una condizione di benessere psicologico che può realizzarsi solo in un organismo ben nutrito.
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